diverticolo

27 marzo 2006

Odore di puzza

Mentre nei recinti televisivi ci si scanna per qualche punto percentuale di tasse, sondaggi, cunei fiscali ed altre facezie, una notizia è quasi passata inosservata: alle prossime elezioni, circa 11 milioni d’italiani (Liguria, Sardegna, Lazio e Puglia) voteranno con il sistema elettronico.
Per fortuna non siamo ancora al sistema americano – che non conserva copia cartacea del voto – però un po’ di puzza di “Florida” s’avverte ormai anche nelle nostre città.
A chi è stato affidato il nuovo sistema elettronico? A tre società: Telecom, EDS Italia ed Accenture. Mentre Telecom sappiamo chi è, conosciamo invece poco degli altri due compari, ovvero il gatto e le volpe.
EDS è la multinazionale informatica che – negli USA – ha gestito gli ultimi due appuntamenti elettorali per l’amministrazione Bush: per come sono andate le cose in Florida (e per la cancellazione dalle liste elettorali di 200.000 persone in Ohio, lo stato di Michael Moore nel 2004) possiamo affermare che ha svolto bene i suoi compiti. Negli USA, ad EDS (che nel 2004 fu rinominata in ES&S) fu affiancata un’altra società, Diebold, per esercitare un reciproco controllo. Peccato che il vice-presidente di Diebold ed il presidente di ES&S fossero fratelli e che affidarono ad un pluripregiudicato per truffa – Jeff Dean – la stesura del programma informatico che non rilasciava copia cartacea del voto. Già, ma in Italia non abbiamo mica questi problemi, ci sono Telecom ed Accenture!
Telecom fornirà le linee, mentre Accenture sarà il vero “braccio destro” di ES&S. Già, ma chi è Accenture? Accenture è il nuovo nome di Andersen, la società che avrebbe dovuto controllare i conti di Enron, sospettata d’essere stata la “cassaforte” da svuotare per finanziare l’elezione di Bush nel 2000, e finita in un crack finanziario apocalittico!
Perché Berlusconi ha scelto proprio le due società americane (scippando, di fatto, una società italiana – Ales s.r.l. – che aveva iniziato la sperimentazione nelle scorse tornate elettorali) con un decreto varato alla chetichella ed una trattativa a licitazione privata?
Per vincere le elezioni? Può essere. Anche nel caso le perdesse, il buon Berlusca potrebbe sempre chiedere la verifica delle schede (che saranno comunque votate in parallelo, ma subito archiviate), il che comporterebbe ritardi di mesi per le contestazioni, i ricorsi, ecc.
Cosa succederebbe nel frattempo? Il nuovo parlamento non potrebbe essere insediato, e si giungerebbe a dover eleggere il nuovo Capo dello Stato con il vecchio…
Ahi, ahi, ahi…che bruciato di puzza, che spruzzata di brucio, che fetor di scheduzza bruciata s’appressa!
Niente paura, al timone di Accenture – in Italia – c’è una persona fidata: il figlio del ministro Pisanu. State accuorti.


Carlo Bertani
bertani137@libero.it
www.carlobertani.it

Influenza aviaria: l'industria avicola all'origine della crisi

Un rapporto GRAIN stabilisce che l’industria avicola mondiale è all’origine della crisi dell’influenza aviaria.

I piccoli allevamenti avicoli e gli uccelli selvatici sono ingiustamente ritenuti responsabili dell’influenza aviaria che affligge attualmente più parti del mondo. Un nuovo rapporto del GRAIN mostra come, all’origine del problema, vi sia l’industria avicola multinazionale che dovrebbe essere al centro delle azioni svolte per dominare il virus.
L’espansione della produzione avicola industriale e delle reti commerciali hanno creato le condizioni ideali alla comparsa ed alla trasmissione di virus mortali come il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria. Una volta penetrati negli allevamenti industriali sovrappopolati, i virus possono rapidamente divenire mortali, e svilupparsi. L’aria, viziata dal carico virale, è trasportata per chilometri, a partire dalle fattorie infettate, mentre le reti degli scambi commerciali integrati spandono la malattia attraverso i numerosi trasporti di uccelli vivi, di pulcini, di carne, di piume, di uova, di letame di volatili e di alimenti per animali.
"Tutto il mondo si focalizza sugli uccelli migratori e sui polli da cortile come se fossero il problema" indica Devlin Kuyek di GRAIN. "Ma non sono gli effettivi vettori della forma fortemente patogena dell’influenza aviaria. Il virus li uccide, ma è poco probabile che siano loro a propagarlo".
Per esempio, in Malesia , il tasso di mortalità per l’H5N1 nei polli dei villaggi è solamente del 5%, il che indica che il virus ha una certa difficoltà a propagarsi nei piccoli allevamenti di pollame. Le manifestazioni dell’H5N1 nel Laos, che è circondato da paesi infetti, si sono prodotte solo in alcune fattorie industriali del paese, che sono rifornite da stabilimenti di incubazione tailandesi. I soli casi di influenza aviaria nei volatili da cortile, che coprono più del 90% della produzione del Laos, si sono prodotti nelle vicinanze di fattorie industriali.
I governi dei paesi dell’Unione Europea hanno risposto alla scoperta di uccelli (cigni, oche e anatre) morti infettati con misure severe, che obbligano a tenere chiusi i volatili. Adesso, sono piuttosto seccati, in quanto la prima e sola manifestazione significativa di contaminazione di volatili domestici si è manifestata in un grosso allevamento industriale di tacchini in Francia, dove gli 11.000 volatili erano confinati, totalmente separati dagli uccelli selvatici.
"Sembra sempre più evidente, come si è visto nei Paesi Bassi nel 2003, in Giappone nel 2004, in Egitto nel 2006, che l’influenza aviaria mortale si manifesti nelle grosse fattorie industriali e che, in seguito, si propaghi" spiega Kuyek.
Il caso nigeriano di contaminazione che si è manifestato all’inizio dell’anno è iniziato in una sola fattoria industriale, appartenente ad un membro del Consiglio dei Ministri, lontana dagli assi principali degli spostamenti degli uccelli migratori e conosciuta per importare uova da cova irregolari. In India, le autorità locali indicano che il virus H5N1 è apparso e si è espanso a partire da una fattoria industriale che appartiene alla più grande compagnia avicola: gli allevamenti Venkateshwara.
La questione cruciale è di sapere perché i governi e le agenzie internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), non facciano nulla per investigare sulla maniera in cui le fattorie industriali e i loro sotto prodotti, come l’alimentazione per animali ed il letame, propaghino il virus. Invece di fare questo, si servono della crisi come un’occasione per industrializzare di più il settore avicolo. Le iniziative si moltiplicano per proibire i volatili all’aperto, per escludere i piccoli produttori e per riapprovvigionare le fattorie con polli geneticamente modificati. La rete delle complicità con l’industria presa sembra totale.
"Gli agricoltori perdono i loro mezzi di sostentamento, i polli locali vengono eliminati e alcuni esperti dichiarano che siamo all’alba di una nuova epidemia umana che potrebbe uccidere milioni di persone" conclude Kuyek. "Quando i governi realizzeranno che, per proteggere gli uccelli e le persone contro l’influenza aviaria, devono proteggerli contro l’industria avicola mondiale?"
Leggere il rapporto:
"Chi fa le spese della situazione? Il ruolo centrale dell’industria avicola nella crisi dell’influenza aviaria"


www.grain.org/briefings/?id=195

GRAIN è un’organizzazione non governativa internazionale (ONG) il cui scopo è di promuovere la gestione e l’utilizzo durevole della biodiversità agricola, fondati sul controllo esercitato dai popoli sulle risorse genetiche e le conoscenze locali.


Fonte: www.mondialisation.ca

Traduzione di GIORGIA per www.comedonchisciotte.org

Aviaria: ancora disinformazione

L'aviaria e' tornata all'attenzione dell'opinione pubblica dopo che il virus ha colpito un gatto e dopo che l'Oms (Organizzazione mondiale della sanita') ha pubblicato gli ultimi dati sulla diffusione dell'influenza nel mondo e dei morti dovuti all'H5N1. L'OMS comunica che il numero totale dei casi umani e' di 174 e i decessi sono 94 di cui: 42 in Vietnam, 20 in Indonesia, 14 in Thailandia, 8 in Cina, 4 in Cambogia e Turchia, 2 in Iraq. Quello che i media non raccontano e' il periodo di tempo considerato. Da quale anno si contano gli infetti e i morti? E' la stessa Oms a fornirci la notizia: dal 2003. Il che significa che in 3 anni ci sono stati 94 morti, cioe' mediamente 31 morti l'anno su una popolazione dei Paesi interessati di circa 1,5 miliardi di individui che, tra l'altro, vive in precarie condizioni igieniche. In termini percentuali la mortalita' e' del tutto irrilevante. In Italia ogni anno ci sono piu' di 1000 morti per la tradizionale influenza il che non sembra spaventare nessuno. E' utile, allora, una informazione corretta e completa o e' meglio prodursi in quelle patetiche scenette dove ministri, assessori, giornalisti e sportivi mangiano pollo giurando sulla sua innocuita'?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc


ADUC associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori

25 marzo 2006

Il nazismo bruciava i libri, la democrazia imprigiona gli scrittori

A Vienna, lo scorso novembre è stato arrestato lo storico e accademico inglese David Irving per aver messo in dubbio l'Olocausto. Rischia fino a vent'anni di carcere.
Dall'America, dove viveva con moglie e figli, è stato recentemente estradato in Germania il ricercatore chimico G. Rudolph per essere processato a seguito della pubblicazione di un rapporto scientifico sulle camere a gas, in cui si evidenzia che dell'agente chimico Zyklon B, il gas dei genocidi, nei lager di Birkenau e Auschwitz non vi è traccia. Anche lui rischia fino a vent'anni di prigione.
In Germania è detenuto lo scrittore Ernst Zundel. E' stato prelevato dal Canada, dove aveva ottenuto la cittadinanza, e condotto a forza nel suo paese d'origine per essere processato e condannato a cinque anni di carcere per il delitto di "negazione dell'Olocausto".
Siegfried Verbeke, cittadino belga, ha indagato sulla storia di Anna Frank e non gli è sembrata del tutto vera. Accusato di revisionismo, è stato estradato dall'Olanda in Germania e condannato a 14 mesi di galera, da scontare interamente.
Un altro storico revisionista, lo svizzero Jurgen Graf, perseguitato nel suo Paese è stato costretto all'esilio.
La moderna inquisizione non risparmia neppure chi, per origine o estrazione culturale, non può certo essere accusato di simpatie naziste, come Paul Rassinier, socialista ex partigiano pluridecorato; Il professor Faurisson, un liberale; Ditlieb Felderer, testimone di Geova; Cesare Saletta, un comunista; David Cole, ebreo, uno dei maggiori revisionisti americani; Israel Shamir, cittadino israeliano di origine ebraica recentemente arrestato su richiesta di una associazione antirazzista francese.
Precisiamo che questi storici non mettono in dubbio la persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano e tanto meno le vittime dei campi di concentramento. Ne contestano solo i numeri e le modalità e, soprattutto, non condividono la separazione della Shoah dal contesto generale.
Come se - è quanto affermano - la tragedia della seconda guerra mondiale con i suoi 55 milioni di morti in maggior parte civili, le città rase al suolo, le bombe atomiche, i campi di prigionia, le morti per malattie, fame e stenti, e i massacri a guerra finita fossero una semplice cornice al dramma ebraico.

Non entriamo nel merito della questione. Ci interessa per ora capire perché autorevoli storici, illustri accademici e promettenti ricercatori si giocano tutto: carriera, denaro, famiglia e libertà per indagare a fondo sull'Olocausto.
Cosa li porta a rischiare la galera e persino la vita (Robert Faurisson è stato ridotto in fin di vita sotto casa da un gruppo di estremisti ebrei): voglia di verità, il desiderio di conoscere cosa realmente è accaduto in quei terribili anni o è solo una forma esasperata di protagonismo spinto fino all'autolesionismo?
E perché il sistema democratico reagisce in maniera così violenta e sproporzionata (rischia meno un pedofilo di uno storico) per quella che dovrebbe essere una normale espressione di libertà d'opinione, come mettere in discussione l'esistenza di Dio o dubitare della veridicità storica dei Vangeli.
Il sospetto che ci pervade è che dietro questa ondata repressiva, degna dei peggiori regimi oscurantisti, vi sia la paura del libero confronto, anzi il terrore che sulla base delle nuove acquisizioni derivanti, ad esempio, dall'accesso agli archivi di Stato dell'ex Unione sovietica o da recenti studi sui flussi demografici, o da semplici calcoli fisici e analisi chimiche, certe verità, elevate a miti, possano essere messe in discussione e, di conseguenza, ridimensionate nella loro portata storica, confermando in ciò la tesi di George Orwell secondo cui: “Chi controlla il passato, controlla il presente”.
Affrontare questi temi è rischioso anche in Italia, perché in forza del mandato di cattura europeo un magistrato tedesco, austriaco o francese (Paesi in cui vige il reato di "negazionismo") può incriminare ed instradare chiunque attraverso scritti o parole metta in dubbio l'Olocausto. La pena prevista per gli incauti scrittori varia da uno a trent'anni di carcere.
Se Voltaire vivesse ai giorni nostri dubito che ripeterebbe il suo famoso assioma: “Detesto le tue idee, ma darei la vita perché tu le possa esprimere”.

Gianfredo Ruggiero,
presidente Excalibur
http://www.excaliburlonate.it/(movimento politico, n.d.r.)

visto su:
Consensus Movimento per la libertà di pensiero e di cura

23 marzo 2006

L’esplosione del digitale: un’abbagliante cortina fumogena?

di Norman Solomon (da Alternet)

La questione non è se si debba essere pro-tecnologia o anti-tecnologia. Più pertinenti sono altre domande: che senso ha tutta questa roba ipercomputerizzata?


Ogni volta che la nuova stagione porta con sé nuove ondate di prodotti digitali sempre più high-tech, mi viene in mente Mark Twain. Oltre a esser stato un brillante scrittore, egli era anche uno sfortunato investitore: affascinato, al volgere del XIX secolo, dalle ultime innovazioni tecnologiche, inclusi i progressi nella progettazione di macchine da scrivere funzionali e delle apparecchiature di composizione. Twain sarebbe rimasto sbalordito da un normale PC, che noi diamo per scontato. Ma cosa avrebbe pensato dell’invadenza dell’odierna tecnologia digitale – per non dire dei suoi contenuti ripetitivi? Sta diventando sempre più difficile sottrarsi al raggio di ricezione dei cellulari (sempre che lo si voglia, ovviamente). E a giudicare dalle scene in cui si assiste in certe remote località, molta gente non vorrebbe mai prescindere dalla ricezione telefonica 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per conversazioni che verranno involontariamente origliate per metà da malcapitati passanti (praticamente sempre, la metà più noiosa, chissà perché). In questi giorni, il fascino che i media mainstream stanno dimostrando nei confronti dei blog e dei bloggers che li frequentano sembra lasciare intendere che Internet serva principalmente a esaltare il contenuto o lo stile di ciò che vi viene scritto. È una seducente cyberfantasia. La velocità è utile, e lo stesso si può dire per gli link di ipertesto e i video-on-demand; tuttavia – fortunatamente o meno, dipende dal punto di vista – non esiste nessuna invisibile mano digitale che può trasformare un qualunque scritto in una buona lettura. Un paradosso fondamentale nella rapida avanzata delle tecnologie digitali risiede nel fatto che i salti quantici negli hard-disk e nei software dei computer sono stati accompagnati da un avanzamento praticamente nullo delle capacità mentali umane – ovvero, di ciò che noi chiamiamo “intuito”, “saggezza”, “compassione”. Non si può andare in un centro commerciale o in un sito internet e comprare con la carta di credito un po’ di materia grigia o una manciata di rapporti umani. Il monumento alle comunicazioni digitali ha convogliato un senso di ineluttabilità. Mentre quegli aggeggi affila-coltelli usciti l’anno scorso diventano obsoleti, ogni resistenza appare inutile. Ma la questione non è se si debba essere pro-tecnologia o anti-tecnologia. Più pertinenti sono domande come: che senso ha tutta questa roba ipercomputerizzata? Come la si collega alle cose che davvero contano nella vita? Per scandagliare le risposte a queste domande, anche i laptop più costosi e i migliori motori di ricerca non potranno esserci d’aiuto. Mega-compagnie come Microsoft e Google offrono comodità e velocità incredibili. Quando siamo in cerca di informazioni o immagini, loro possono fare quasi tutto meglio e più velocemente rispetto a noi – eccetto pensare e riflettere, sentire e creare, amare e soffrire... Mezzo secolo fa, si faceva un gran parlare della paura che, un giorno, le macchine avrebbero sostituito l’uomo nei posti di lavoro. Ora, la parola “automazione” ha un suono quasi d’altri tempi. Ma la spinta a velocizzare l’agenda lavorativa affonda le sue radici decenni addietro: “In un’epoca di tecnologia avanzata”, profetizzò Aldous Huxley, “l’inefficienza è il peccato contro lo Spirito Santo”. In tempi recenti, l’enfasi aziendale circa l’uso efficiente – e, diciamocelo, lo sfruttamento – degli esseri umani è diventata più dispotica. Ad oggi, nessuno si aspetta che una grossa società dimostri, sul lungo periodo, molta lealtà nei confronti dei suoi dipendenti. E le onnipresenti tecnologie digitali nel mondo lavorativo - dai computer ai telefoni cellulari, fino al Blackberry - hanno facilitato le croniche richieste dei datori di lavoro per una maggiore “produttività”. Nel momento in cui un nuovo aggeggio digitale può essere utile al lavoratore, ci si attende invece che questo accontenti, più efficientemente che mai, le insaziabili richieste di profitto della dirigenza. Nuovi punti-vendita presentano quotidianamente resoconti mozzafiato degli ultimi splendori digitali. Ma l’attenzione di questi preziosi piccoli strumenti si concentra sulle più profonde qualità dell’esperienza umana, il contenuto delle comunicazioni alla velocità della luce o l’ultimo prodotto. I flussi di dati si muovono più velocemente di quanto l’occhio possa registrare. Le informazioni non si muovono, volano. Ma a che serve tutto questo? Anche le più strabilianti tecnologie digitali non possono fornire un briciolo di pensiero. Eppure, i mass media continuano ancora a paragonare le svolte digitali con quelle umane. È una posizione davvero discutibile

L’ultimo libro di Norman Solomon, ‘War Made Easy: How Presidents and Pundits Keep Spinning Us to Death’, è appena uscito. Nuovi Mondi Media ne ha pubblicato la versione italiana, ‘MediaWar. Dal Vietnam all'Iraq, le macchinazioni della politica e dei media per promuovere la guerra'

Fonte: http://alternet.org/columnists/story/33225/
Tradotto da Paolo Cola da Nuovi Mondi Media

visto su: L’esplosione del digitale: un’abbagliante cortina fumogena?

20 marzo 2006

Spine nel fianco ed infarti

Milosevic è da poco morto, si sono svolti già i funerali. Perché era il chiamato "macellaio dei Balcani"?
Non sarà stata una brava persona ma diamo un'occhiata al perché è davvero così demonizzato.
Inizialmente c'era stato un gran parlare del processo di Milosevic, ma la competenza e il contenuto della difesa esercitata da Slobodan ha presto obbligato i media a dimenticarsi del processo che iniziava a farsi scomodo ed a trasformarlo quasi in riunioni a porte chiuse. Il 25 agosto 2005 il sostituto procuratore Geoffrey Nice ha dovuto ammettere che Milosevic non tentò di creare la Grande Serbia. "In effetti Vojislav Seselj, in alcuni giorni di minuziose testimonianze, aveva sostenuto che il suo partito - il Partito Radicale Serbo - era l’unico a difendere la Grande Serbia e che Milosevic e il Partito Socialista si erano costantemente opposti a questo progetto. Questo ha confermato le testimonianze che, da oltre un anno, demoliscono sistematicamente l’accusa lanciata contro Milosevic nel maggio del 1999, nel pieno del bombardamento del suo paese da parte della Nato. I tre giudici non hanno potuto mascherare la loro perplessità. La loro missione è quella di dichiarare colpevole Milosevic, ma ora iniziano a domandarsi: "Di cosa?". (1) "I tre giudici sono stati scelti dagli USA, il tribunale istituito da Washington è pagato dagli stessi USA, dalla NATO e da privati come Soros... insomma tutti quelli che che si sono fatti in quattro per distruggere la Jugoslavia. "E non può essere sottaciuto che, in cambio della sua preziosa collaborazione, la NATO ha ottenuto dal Procuratore Carla del Ponte l'archiviazione delle denuncie presentate contro le sue autorità politiche e militari da autorevoli giuristi occidentali, da una rappresentanza della Duma russa e dal governo serbo. (La NATO era stata accusata di una serie di gravissimi crimini commessi durante i 78 giorni di ininterrotti bombardamenti). E si è trattato di una archiviazione che lo stesso ex presidente del Tribunale, Antonio Cassese, ha severamente criticato. Questa decisione ha offerto la prova decisiva del carattere politico della giurisdizione del Tribunale. Del resto, il giorno successivo all'estradizione di Milosevic, Carla Del Ponte aveva comunicato con orgoglio di aver ricevuto le congratulazioni di Madeleine Albright, da lei affettuosamente chiamata ancora una volta, come era consuetudine fra il personale del Tribunale, the mother of the Tribunal, la " madrina del Tribunale"."(2) Madeleine Albright , ex segretario di stato USA, è la stessa cui quando le chiesero cose pensava del fatto che mezzo milione di bambini iracheni erano morti a causa delle sanzioni economiche americane: "Pensiamo sia il prezzo da Pagare" ("We think the price is worth it").
Cosa stva emergendo dal processo:
"-il dittatore Milosevic in realtà era un capo di stato eletto democraticamente come altri, in uno stato più o meno come gli altri, con leggi e gerarchie e decisioni - a volte sfortunate - ma conformi alle prassi abituali degli stati, come quella di farla finita con un movimento armato separatista che assassinava poliziotti e civili (l’Uck, l’esercito di liberazione del Kosovo);
-gli ufficiali e i funzionari di questo stato, provandolo con dei documenti, hanno sistematicamente dimostrato che il presidente Milosevic non pianificò né approvò la pulizia etnica degli albanesi del Kosovo, e ancor meno il genocidio. Al contrario, Milosevic insisté sulla necessità di proteggere la popolazione civile, albanese o di qualsiasi altra etnia;
-durante la guerra condotta dalla Nato, il numero di morti in Kosovo è tra i 2.500 e i 4.000, contando tutte le etnie e tutte le cause di morte;
-le ragioni della fuga di massa di albanesi del Kosovo furono molteplici – così come la fuga di altre etnie, ignorata dai media – tra le quali si includono la naturale paura dei bombardamenti e i combattimenti tra serbi e Uck, così come gli ordini di fuga dati dall’Uck, accusando poi i serbi, per meglio giustificare l’attacco della Nato;
-di fronte all’assenza del genocidio in Kosovo, il TPIY ampliò l’accusa iniziale per includere i fatti della Bosnia, con la speranza di stabilire un legame, per forzato che fosse, tra Milosevic e il massacro di Srebrenica. In effetti il TPIY si permette di cambiare le regole del gioco a proprio piacimento per facilitare il lavoro dei procuratori;
-la strategia dell’Uck, che consisteva nel provocare i serbi per offrire il pretesto "umanitario" dell’aggressione della Nato in connivenza con i servizi segreti angloamericani, è stata solidamente dimostrata da testimoni ben informati, come il tedesco Dietmar Hartwig, capo della Missione di controllo europeo in Kosovo tra il novembre del 1998 e il marzo del 1999
." (3)
"Secondo alcuni intellettuali di sinistra la vecchia Yugoslavia non poteva definirsi stato socialista, poiché aveva permesso un’eccessiva penetrazione da parte di imprese private e FMI. Ma i politici statunitensi sono ben noti per non avere la stessa visione del mondo degli intellettuali puristi della sinistra. Per loro la Yugoslavia era sufficientemente socialista con il suo sviluppato sistema di servizi sociali ed un’economia pubblica per oltre il 75%. Sell chiarisce bene che in Yugoslavia la proprietà pubblica e la difesa di tale sistema economico da parte di Milosevic, furono considerazioni centrali nella guerra di Washington contro la Yugoslavia. Milosevic, lamenta Sell, era "compromesso con il socialismo ortodosso". "Descriveva con continua enfasi la proprietà pubblica dei mezzi di produzione e la produzione statale delle merci come le migliori garanzie di prosperità"." (4)
In due direttive per la sicurezza nazionale (National Security Decision Directives, NSDD) emanate da Reagan nel 1982 (NSDD 54) e nel 1984 (NSDD 133) intitolata "Politica degli Stati Uniti nei confronti della Jugoslavia" si affermava che "il principale obiettivo a lungo termine degli Stati Uniti in Europa orientale" era [censurato] facilitare infine il suo rientro nella comunità Europea e quindi nell'orbita capitalistica. Milosevic non voleva entrare né nella comunità europea né nella NATO. Ora l'ex-Jugoslavia è una colonia NATO e "la nuova Costituzione promulgata a Dayton affida al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, insieme con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo con sede a Londra la cura della politica economica. L'articolo VII specifica che il primo governatore della Banca centrale della Bosnia-Erzegovina dovrà essere nominato dal FMI e non dovrà essere un cittadino della Bosnia-Erzegovina né di uno stato vicino" ed inoltre impedisce per i primi sei anni l'estensione del credito creando moneta né può mobilitare risorse interne: dovrà forzatamente far ricorso al debito estero per finanziare la ricostruzione.
I guerriglieri dell'UCK erano contemporaneamente etichettati come terroristi ed appoggiati dagli Stati Uniti.
"Gli ufficiali miliatri in pensione degli Stati Uniti, che favorirono quella che la stampa definì la più vasta operazione di pulizia etnica della guerra di Jugoslavia, appartenevano in realtà a un'organizzazione privata statunitense - la Military Professional Resources Inc. (MPRI) - i cui direttori, Rich Griffitt, Cosbie Saint e il presidente della società, Carl Vuono, erano permanentemente in contatto con il Pentagono, la KFOR e la CIA". "Forse la menzogna più grande è stata l'affermazione che non eravamo in guerra contro il popolo jugoslavo. La NATO ha distrutto 300 fabbriche e raffinerie, 190 istituti scolastici, 20 ospedali, 30 cliniche, 60ponti, 5 aereoporti, ha ucciso almeno 2000 civili e ne ha ferito 6000 e molti altri moriranno e soffriranno per la distruzione di infrastrutture sanitarie. A questo si possono aggiungere i danni causati dalle sanzioni applicate a partire dal 1991 e il peso di più di 700.000 rifugiati nelle altre repubbliche e, adesso, del Kosovo. Solo alcuni aerei e circa 12-15 carri armati su 300, sono stati distrutti." (5) In più aggiungerei i terreni inquinati con la distruzione deliberata da alcuni stabilimenti altamente inquinanti (6) e l'uso di armi all'uranio impoverito (7).
Slobodan Milosevic aveva scritto una lettera in cui esprimeva il timore di essere avvelenato (8). Nel frattempo:
"-
Gli esami del sangue hanno rivelato che nel corpo di Milosevic era presente un farmaco che ha reso inefficace la medicina che prendeva di solito contro l’ipertensione e le sue condizioni cardiache, causandogli l’infarto che l’ha ucciso.- I media l’hanno raccontato come se fosse stato Milosevic a prendere deliberatamente la medicina sbagliata per poter chiedere un trattamento specialistico a Mosca e ritardare il processo. Ma francamente è assurdo. Milosevic aveva accesso solo ai farmaci che gli fornivano i medici assegnatigli dall’ONU e li prendeva sotto stretta sorveglianza. Dobbiamo credere che Milosevic è riuscito a costruirsi un laboratorio segreto di farmaci nella sua cella di prigione di massima sicurezza, per poi sostituire la medicina mentre era sotto costante sorveglianza?- Milan Babic, un ex leader serbocroato che ha testimoniato contro Milosevic è stato "suicidato" sei giorni prima della morte di Milosevic. Secondo la BBC, la portavoce del tribunale Alexandra Milenov ha detto che non aveva fatto alcun riferimento al suicidio. "Non c’era niente di strano nel suo comportamento", ha affermato. Pare che un altro detenuto a l’Aja, Slavko Dokmanovic, si sia suicidato nel 1998.- L’avvocato britannico Steven Kay QC ha escluso l’ipotesi del suicidio, dicendo che Milosevic, prima di essere trovato morto, gli aveva detto: "Non sono arrivato fin qui per non vedere come va a finire".- I globalizzatori desideravano eliminare Milosevic da molto tempo. L’ex agente dell’MI6, Richard Tomlinson afferma di aver visto dei documenti nel 1992 che parlavano di un possibile assassinio di Milosevic per mezzo di un incidente d’auto inscenato, in cui l’autista sarebbe stato accecato da un flash e un guasto controllato a distanza ai freni avrebbe causato lo schianto. [...] Milosevic era una mina vagante e conosceva profondamente la criminalità dei globalizzatori dopo il colpo di stato FMI/Bilderberg in Serbia negli anni ‘90.Nel marzo del 2002, Milosevic aveva presentato al tribunale dell’Aja alcuni documenti dell’FBI che provavano che il governo degli Stati Uniti e la NATO avevano fornito assistenza finanziaria e militare ad Al Qaida per aiutare l’Esercito di Liberazione del Kossovo nella guerra contro la Serbia.Questo non era andato giù al Pentagono e alla Casa Bianca, che in quel periodo stavano tentando di vendere una guerra al terrorismo ed erano in pieni preparativi per giustificare l’invasione dell’Iraq. Milosevic ha parlato ripetutamente di come un gruppo di oscuri internazionalisti avesse causato il caos nei Balcani, perché era il passo successivo nella costruzione di un "nuovo ordine mondiale"." (9)
Milosevic che conosceva bene i retroscena dei poteri forti e dei loro crimini, faceva i nomi, ad esmpio Clinton (10) e Wesley Clark il quale riconobbe che i bombardamenti della NATO erano stati violazioni della legge internazionale (11), ma è morto d'infarto, come il giornalista Gary Webb che documentò collegò tra trafficanti di droga, l'epidemia di crack degli anni '80 e l'esercito di destra dei Contra nicaraguanensi organizzati dalla CIA in quegli anni (12), come Robin Cook ex ministro inglese che dichiarò che la Al-Qaeda era un database di killer della CIA, che l'Iraq probabilmente non aveva armi di distruzione di massa, che la Gran Bretagna non doveva lanciarsi in guerra contro l'Iraq perché lo si credeva debole, si si domandava "Perché è divenuto così urgente disarmare con un attacco una capacità militare che esiste da vent’anni, che noi abbiamo contribuito a creare?", "anche Mo Mowlam, già segretaria dell’Irlanda del Nord, anch’essa laborista e anch’essa esplicita oppositrice della guerra all’Iraq, è stata ricoverata in fin di vita per un “tumore al cervello”. (13)" Come il processo di Milosevic, anche quello di Saddam Hussein è a porte chiuse, segreto e a volte gli spengono anche il microfono se sta raccontando qualcosa che l'impero non vuole. Si ventila già l'ipotesi che Saddam abbia un tumore... (14) se siamo fortunati anche lui muore prima che parlando faccia qualche nome di troppo.



Note:
(1) Milosevic en La Haya: a medida que aumenta el interés, disminuye la información
(2) La morte di Milosevic nel carcere dei vincitori

(3) vedi nota 1
(4) La demonizzazione di Slobodan Milosevic
(5) Il libro nero degli Stati Uniti, William Blum, Fazi Editore

(6) NATO Willfully Triggered an Environmental Catastrophe In Yugoslavia (ita)
Bombing of Oil and Oil Product Storage Depots
La sindrome di Pancevo
Guerra infinita, guerra ecologica, Massimo Zucchetti, Jaca Book (*)
(7) L'utilizzo dell'uranio impoverito nei conflitti: conseguenze sui militari e sui civili
Uso criminale dell'uranio impoverito
Uranio impoverito
(8) Was Milosovic Poisoned?
Milosevic feared he was being poisoned: lawyer
(9) Why Milosevic Was Murdered
(10) Rest Easy, Bill Clinton: Milosevic Can't Talk Anymore

(11) Jail Wesley Clark! Free Milosevic!
General Wesley Clark (Bush Light) - war crimes and drug money - a Republican pretending to be a Democrat
The Truth behind the Death of Slobodan Milosevic
(12) R.I.P. Gary Webb -- Unembedded Reporter
Gary Ewbb - Pulitzer Prize Winner, author of Dark Alliance CIA-drug series dead of reported suicide
Investigative Reporter Gary Webb Who Linked CIA to Crack Sales Found Dead of Apparent Suicide
Gary Webb: a Great Reporter
(13) Chi ha ammazzato Robin Cook?
(14) Saddam Silenced For Fingering US In Iraq Bombings


vedi inoltre:
Milosevic: Test your Media by Michel Collon
Beyond the Star Chamber Shutting Down the Milosevic Defense in The Hague
Milosevic took wrong drugs
Milosevic as a cautionary example
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La complicità dei media nell'Etnocidio Balcanico e nel crollo dell'economia
ICTY

12 marzo 2006

A scuola di ignoranza

I sistemi scolastici ad ogni riforma che viene aggiunta sembra vogliano ridurre all'ignoranza sempre più buia i nuovi studenti, saper usare il computer per cercare dov'è l'Afghanistan o l'Iraq che stiamo invadendo, ma non sapere e saper fare null'altro. Addirittura capi di stato non sanno dove si trovano sulla cartina i loro odiati bersagli. Non conosciamo la storia, certo anche io sono colpevole che ho iniziato ad apprezzarne la forza soltanto quando non ero più obbligato a studiarla. In Italia la riforma Moratti a tutti i livelli, dalla materna all'università è disastrosa, sono arrivati a dare la possibilità ai bambini di 2 anni e mezzo di andare all'asilo come quelli di tre senza rendersi minimamente conto che a quell'età 6 mesi sono un abisso, fa anche la differenza tra chi necessita ancora del pannolino e chi no. Si vuol obbligare già all'inizio delle superiori ad una scelta: lavoro e quindi poche conoscenze se non tecniche senza pensare e ragionare o continuare gli studi fino all'università. Lo spostamento verso il privato prosegue inarrestabile da anni, e privato significa il meglio solo per pochi, per chi può permetterselo altrimenti puoi fare la carriera militare per pagarti gli studi, vai a combattere, per tornare morto nell'anima e a volte anche nel corpo. In America individui come Bush e Kerry, molti pezzi da 90 arrivano tutti dalla stessa università (Yale) e stesso circolo segreto (Skulls and Bones) (1). Io non credo al caso.
La scuola è un luogo per indottrinare e creare mostri ed automi e schiavi lavoratori e combattenti, , delle cavie (2), dei lemmings da videogame. Qui prenderò il caso americano perché emblematico, facilmente documentabile, perché stanno sempre un passo avanti a noi, anche nel baratro.
Il caso della creazione dei mostri ce lo racconta il Washington Post: "Al tramonto della guerra fredda, gli USA spesero milioni di dollari per fornire gli scolari afgani con libri di testo riempiti di immagini violente e insegnamenti islamici militanti, parte di un tentativo nascosto di spronare la resistenza all'occupazione sovietica. I sillabari, che erano riempiti con discorsi della jihad e caratterizzati da disegni di fucili, proiettili, soldati e mine, sono serviti sin da allora come cuore del programma di studi del sistema scolastico afgano. Persino i Talebani usarono i libri prodotti dagli americani, sebbene il movimento radicale cancellò via le facce umane in rispetto con il loro stretto codice fondamentalista. [...] Durante il periodo dell'occupazione sovietica, leaders militari regionali in Afghanistan aiutarono gli USA a contrabbandare i libri nel paese. Essi richiesero che i sillabari contenessero passaggi anti-sovietici. Ufficiali della'agenzia [AID, U.S. Agency for International Development] hanno detto che ai bambini fu insegnato a contare con illustrazioni mostranti carriarmati, missili e mine. Essi hanno riconosciuto che a quel tempo soddisfava anche gli interessi statunitensi alimentare ostilità verso gli invasori stranieri. [...] Il contenuto militare era incluso per 'stimolare resistenza contro l'invasione,' ha spiegato Yaquib Roshan of Nebraska's Afghanistan center. 'Persino in gennaio [2002], i libri erano assolutamente gli stessi... immagini di proiettili e Kalashnikovs e gli davi il nome'. Durante il periodo talebano, censori cancellarono le figure umane dai libri. Una pagina dal testo di quel periodo mostra un combattente della resistenza con una cinghia portaacartucce e un Kalashnikov imbracato sulle spalle. La testa del soldato mancava. Sopra il sodato c'è un verso dal corano. Sotto c'è un tributo Pashtu ai mujaheddin, che sono descritti come obbedienti ad Allah. Il testo dice, tali uomini sacrificheranno la loro ricchezza e la vita stessa per imporre la legge islamica al governo." (3)
Di recente negli USA è partito il programma "No child left behind" che al contrario del nome "non offre la possibilità a quelli che ottengono il punteggio 'marchio di Caino', nessuna opportunità, nessuna speranza, nessun progetto, nessun fondo. Piuttosto, ci troviamo di fronte a un nuovo darwinismo sociale, l'eugenetica educativa: identificare dall'inizio i membri della classe perdente. Intrappolarli dopodiché addestrarli a poco prezzo, [...] abbiamo il 'No child left behind' per fornire i nuovi lavoratori fannulloni che puliranno i bagni del club degli alunni di Yale, che premeranno i registri di cassa codificati per gli illetterati, che rimpinzeranno di leccornie i vincitori di classe nei piani più alti del nuovo ordine economico mondiale" (4), che andranno a farsi ammazzare per tenere il riscaldamento a 25°C d'inverno e scorrazzare con dei bestioni 6000 cc.
Ma facciamo un po' di storia:
1888 - "la commissione senatoriale sull'educazione si stava innervosendo per la localizzata, non stardardizzata, non obbligatoria forma di educazione che stava realmente insegnado ai bambini a leggere a livelli avanzati, a comprendere la storia, e perbacco a pensare per conto loro. Il rapporto della commissione affermò, 'Noi crediamo che l'educazione sia una delle principali cause di discontento degli ultimi anni chee si manifesti nella classi lavoratrici'."
1897 - John Dewey scrisse: "ogni insegnante dovrebbe capire che è un servitore sociale assegnato alla conservazione del giusto ordine sociale e alla messa al sicuro della giusta crescita sociale".
1905 - Elwood Cubberly: "le scuole dovrebbero essere fabbriche nel quale il prodotto grezzo grezzo, i bambini, devono essere foggiati e formati in prodotti finiti... creati come chiodi, e le specifiche per fabbricare verranno dal governo e dall'industria"
1906 - Rockefeller Education Board: "nei nostri sogni... le persone si pegano con perfetta docilità alle nostre modellanti mani. Le regole educative attuali [educazione inntellettuale e caratteriale] svaniscono dalle nostre menti, e non ostacolati dalla tradizione noi lavoriamo la nostra stessa buona volontà su un riconoscente e comprensivo popolo. Noi non vogliamo provare a rendere queste persone o alcuno dei loro figli in filosofi o uomini di cultura o uomini di scienza. Noi non dobbiamo far crescere fra loro autori, educatori, poeti, uomini di lettere. Non dobbiamo cercare l'embrione di grandi artisti, pittori, musicisti, legali, dottori, predicatori, politici, statisti, di chi abbiamo grande rifornimento. Il compito che ci si pone davanti è molto semplice...noi organizzeremo bambini...e insegneremo loro a fare in modo perfetto le cose che i loro padri e madri sanno fare in maniera imperfetta".
1906 - William Torrey Harris, membro della commissione USA sull'educazione: "99% degli studenti sono automi, cammina con cura in traiettorie stabilite, segue con cura costumi stabiliti. Questo non è un caso ma il risultato di solida educazione, la quale, scientificamente definita, è l'inclusione in un categoria più vasta dell'individuo".
President Woodrow Wilson: "Noi vogliamo una classe che abbia un'educazione liberale. Noi vogliamo un'altra classe, una classe molto più larga della necessità, che rinunci al privilegio di un'educazione liberale e si adatti ad eseguire specifici compiti manuali"
1920 - H.H. Goddard: "la scuola governativa è simile alla perfetta organizzazione dell'alveare".
Il sistema è studiato affinché pochi conducano il gioco, capitani d'industria e governo, tutti gli altri siano nulla più che "buoni lavoratori-droni", operai che non discutono, carne da cannone o qualsiasi cosa gli serva o si inventino (5).
1979 - "Nell'interesse del futuro ordine mondiale, pace, e tranquillità, è stato deciso di intraprendere privatamente una silenziosa guerra contro il pubblico amercano con l'obbiettivo ultimo di spostare permanentemente l'energia naturale e sociale (ricchezza) dei molti indisciplinati e irresponsabili nelle mani di pochi disciplinati, responsabili, e meritevoli. Allo scopo di implementare questo obbiettivo, era necessario creare, rendere sicure, e applicare nuove armi che [...] fossero una classe di armi così sottili e sofisticate nei loro principi di funzionamento e aspetto pubblico da meritarsi il nome 'silent weapons'. In conclusione, l'obbiettivo di ricerca economica, come condotta da magnati di capitale (banche) e industrie di prodotti (beni) e servizi, è l'istituzione di un'economia che è totalmente prevedibile e manipolabile. Per poter raggiungere una economia toalmente prevedibile, gli elementi della classe bassa della società devono essere portati sotto controllo, cioè deve essere addestrato, allenato, e assegnato ad un giogo e a doveri sociali di lungo termine da un'età precoce, prima che abbiano l'opportunità di mettere in discussione la giustezza della questione. Per raggiungere tale condiscendenza, l'unità della famiglia di classe bassa deve essere disintegrata da un processo di crescente preoccupazione dei genitori e l'istituzione di centri di cura per il giorno, che operano per conto del governo, per i bambini orfani a causa dell'occupazione. La qualità dell'occupazione data alle classi inferiori deve essere del tipo più povero, così che il fossato di ignoranza che isola la classe inferiore dalla classe superiore è e rimane incomprensibile alla classe inferiore. Con un tale handicap iniziale, persino gli individui brillanti della classe più bassa hanno una piccola se c'è speranza di liberarsi dal destino loro assegnato. Questa forma di schiavitù è essenziale per mantenere qualche misura di ordine sociale, pace, e tranquillità per la classe superiore che governa. [...] Quando un'arma silenziosa è applicata gradualmente, il pubblico si adatta / aggiusta alla sua presenza ed impara a tollerrare la sua invasione nelle loro vite fino a che la pressione (psicologica per via economica) diventa troppo grande e vanno in esaurimento nervoso. Perciò, l'arma silenziosa è un tipo di guerra biologica. Attacca la vitalità, le opzioni, la mobilità degli individui della società attraverso la conoscenza, la comprensione, la manipolazione, e l'attacco delle delle loro sorgente di energia naturale e sociale, e i loro punti di forza e di debolezza fisica, mentale ed emotiva. [...] Per usare questo metodo del test della struttura per mezzo di shock [di cui studiamo gli eco per scoprire le vibrazioni critiche così da poterle manipolare] nella ingegneria economica, i prezzi della merce vengono scossi, e le reazioni del consumatore pubblico monitorate. Gli eco risultanti dello shock economico vengono interpretati teoricamente da computers e le strutture psico-economiche vengono scoperte. E' attraverso questo processo che differenziali parziali e differenza di matrici vengono scoperti che definiscono la famiglia comune e rende possibile la sua valutazione come un'industria economica (struttura dissipativa del consumatore). Poi la risposta della famiglia agli shock futuri può essere predetta e anipolata, e la società diventa un animale ben disciplinato con le sue redini sotto il controllo di un sofisticato sistema di contabilità dell'energia sociale regolato da un sofisticato computer. Infine ogni elemento individuale della struttura rientra sotto il controllo del computer attraverso la conoscenza delle preferenze personali, tale conoscenza è garantita da associazioni computerizzate delle preferenze del consumatore (codice universale del prodotto -- UPC -- le strisce zebrate per il codice del prezzo del pacco) con consumatori identificati (identificazione attraverso l'associazione con l'uso di una carta di credito e più tardi un numero permanente tatuato sul corpo invisibile sotto una normale luce ambiente... [...] Strategie: tenere il pubblico ignorante per avere minore organizzaione del pubblico, [...] attaccare l'unità familiare per avere il controllo dell'educazione dei giovani. [...] Disinserire le loro menti; sabotare le loro attività mentali; fornire un programma di bassa qualità dell'educazione pubblica in matematica, logica, piano dei sistemi ed economia; scoraggiare la creatività tecnica. Impegnare le loro emozioni, aumentare la loro autoindulgenza in attività fisiche ed emotive attarverso: implacabili affronti ed attacchi (violenza mentale ed emotiva) passando per un costante sbarramento di sesso, violenza, e guerre nei media - specialmente in TV e nei giornali; dandogli quello che desiderano - in eccesso - 'argomenti spazzatura per meditare' - e privarli di quello che davvero necessitano". Rescrivere la storia e la legge e sottomettere il pubblico a creazioni anormali così da essere capace di spostare il loro pensiero dalle necessità personali ad altamente falsificate priorità esterne. [...] Sommario dei diversivi:
Media: tiene l'attenzione del pubblico adulto distratta dai veri problemi sociali, e attratta da questione di nessuna importanza reale
Scuole: tiene il giovane pubblico ignorante della vera matematica, della vera economia, della vera legge, e della vera storia [...]
Lavoro: tiene il pubblico occupato, occupato, occupato, senza il tempo di pensare; sotto controllo nella fattoria con gli altri animali"(6).
Ci fu un accordo tra Unione Sovietica e Stati Uniti che "virtualmente fondeva i due sistemi educativi delle due nazioni", il primo fu firmato con Dwight Eisenhower nel 1958 il secondo con Ronald Reagan nel 1985. "Ha a che fare con il raggiungere il minimo comune denominatore e sbarazzarsi di ogni studioso perché le corporations non vogliono lavoratori intelligenti. [...] Le persone devono capire che non c'è nessuna differenza tra 'controllati dalla sinistra' o 'controllati dalla destra'[...] Stanno cercando di usare i nostri bambini come piccoli strumenti/sostanzialmente robots nella globale e pianificata economia. Stiamo vedendo bambini che sono all'ottavo grado (3a media) cui viene detto di prendere una risoluzione riguardo quello che stanno per andare a fare con le proprie vite. Questo è un sistema socialista, di quote collettiviste, un'economia con certi numeri di persone assegnate a slots differenti: lo abbiamo visto in Unione Sovietica, con un certo numero di saldatori." (7)
Questa non è fantascienza, un brano tratto "Il nuovo mondo" di Aldous Huxley, o da un libro inedito di Orwell o Bradley. Questo è quello che ci sta accadendo, svegliatevi dal sogno dorato.
Zecharia Sitchin in uno dei suoi libri tradusse il termine sumero 'uomo' come 'lavoratore primitivo', vero millenni fa vero oggi.
Anche scuole con grandi nomi come la Harvard University laurea gente "
senza il tipo di conoscenze essenziali che ti aspetteresti da un buon studente di scuola secondaria". Forse il rimedio c'è ed è riassumibile è in nove punti:
a) "Leggi Reinhold Niebuhr. La religione è una forza motrice cruciale per questo secolo, e Niebuhr è una saggia guida. Come nota Alan Wolfe del Boston College, se ognuno leggesse Niebuhr, 'Il devoto imparerebbe che la pietà pubblica corrompe la fede privata e che la fede deve giocare un ruolo profetico nella società. L'ateo imparerebbe che alcune persone che credono in Dio sono davvero, davvero acute. Tutte queste persone imparerebbero che il bene e il male esistono davvero e che non è mai semplice come sembra sapere cosa è cosa. E nessuno di loro, se hanno davvero asssorbito quello che stavano leggendo, può credere che il miglior modo per dividere le opinioni è tra liberali da una parte e conservatori dall'altra'."
b) "Leggi il Gorgia di Platone. Come Roberto George di Princeton osserva, 'Il punto esplicito del dialogo è dimostrare la superiorità della filosofia (la ricerca della saggezza e della verità) sulla retorica (l'arte della persuasione per vincere in una causa). A un livello più profondo, ci insegna che gli onori terreni che uno può guadagnare essendo un buon oratore possono troppo facilmente consumare la propria devozione alla verità che è critica per la nostra integrità come persone. Così le capacità di retorica sono doni pericolosi, potenzialmente rischiosi per l'anima.' Il Gorgia spiega tutto quello che hai bisogno di sapere sulla politica e gli opnionisti di grido."
c) "Fai un corso sulla Grecia antica. Per 2500 anni, istruttori hanno spauto che l'essenza della loro missione era portare gli studenti in contatto con eroi come Pericle, Socrate e Leonida. 'Nessuna abitudine è così importante da acquisire,' scrisse Aristotele, come l'abilità 'di gioire del puro carattere delle nobili azioni'. Alfred North Whitehead è daccordo, dicendo, 'L'educazione morale è impossibile senza l'abituale visione della grandezza'."
d) "Quel cuore di regole centrali dell'educazione sono state abbandonate negli Stati Uniti circa una generazione fa (8), durante uno spasmo di egualitarismo radicale. E una volta che quel principio è stato perso, l'intera coerenza dell'istruzione superiore è andata persa con essa. Così tu devi trovare le tue vie per inparare la storia degli eroi, le figure che serviranno come modelli per emulare e chi ti fornirà gli standard da usare per misurare la tua condotta. Ricorda, come l'educatore inglese Richard Livingstone una volta ha scritto, 'Uno è portato a pensare il fallimento morale come dovuto a debolezza di carattere: più psesso è dovuto ad un ideale inadeguato'."
e) "Impara una lingua straniera. Il biografo Ron Chernow osserva, 'La mia impressione è che molti studenti si sono trasformati in piccoli scaltri carrieristi, che fanno lo sgambetto per ottenere avanzamenti.' Per contrapporsi a questo, consiglia di scegliere corsi 'selvaggiamente privi di senso pratico' come storia dell'arte e teatro Elisabettiano. 'Dovrebbero specialmente cercare di imparare a fondo una lingua straniera come una via per impossessarsi di un'altra cultura e scoprire lati sconosciuti di se stessi. Come ci siamo evoluti in un potere globale senza pari, dobbiamo semplicemente diventare provinciali in un ancor più grande palcoscenico'."
f) "Trascorri un anno all'estero. Shibley Telhami dell'Università del Maryland crede che tutte le maggiori università dovrebbero richiedere un anno all'estero: 'Tutte le prove lo suggeriscono, più di ogni altra, è un'esperienza che trasforma gli studenti per tutta la vita'."
g) "Fai un corso di neuroscienze. Nei prossimi 50 anni, metà delle spiegazioni che sentirai per i comportamenti umani riguarderanno la struttura e il funzionamento del cervello. Devi sapere quali sono serie e quali ridicole."
h) "Fai statistica. Mi dispiace, ma troverai più avanti nella vità che è utile sapere cos'è una deviazione standard."
i) "Dimentica la tua carriera una volta tanto nella tua vita. Questo è il messaggio da ciascuno che ho contattato. Charles Hill di Yale osserva che, allevati per essere maniaci del lavoro, gli studenti oggi hanno sviluppato un 'guscio di tartaruga, una corazza avvolgente che gli impedisce di vedere a pieno, ricche varietà di opportunità intellettualie pratiche offerte dal mondo.' Devi precipitarti fuori da questa stretta mentalità carrieristica. Certo, sarà dura quando sei circondato da così tanti professori strettamente carrieristi che costruiscono i loro sottodisciplinati imperi." (9)
Un amico ieri mi ha scritto una sua riflessione, ha toccato delle
corde già molto sensibili, voglio condividere il suo appello e la sua preoccupazione con voi:



Ciao, volevo scrivervi alcune piccole riflessioni sulla censura che ho maturato ultimamente.
Subdola censura
Salve! sono un farmacista (dicono) che tra i tanti hobbies che ha ne ha uno particolare che è quello di collezionare libri antichi. Sono un grande appassionato di chimica e lo sono al punto che collenziono libri antichi di chimica. Vi chiederete che cosa centra questo con la censura : ve lo spiegherò tra un pò.
Sono figlio di un contadino che negli anni '60 ha abbandonato quasi del tutto la terra per andare a lavorare nelle fabbriche, ma che non si è mai distaccato completamente dalla terra e che ha avuto sempre la passione di farsi il "fai da te" da se!!!
Anche qui vi chiederete che cosa centra con la censura: ve lo spiegherò poi.
Sono cresciuto vedendo mio padre che costruiva le porte in ferro del garage, che faceva il vino, che distillava il mistrà, che piantava ortaggi che poi mangiavamo, che allevava animali. Ho sempre visto mia madre fare la pizza, fare gli omogeneizzati alle mie sorelle più piccole, cucinare le verdure.
Continuate a farvi la stessa domanda, ma adesso alcune domande ve le faccio io:
chi è di voi che sa fare il pane?
chi sa piantare gli ortaggi?
Chi sa costruire un manufatto in ferro o in legno che potrebbe servirgli per se o per i suoi cari?
Chi vi ha mai insegnato queste cose?
Chi sa aprire un apparecchio elettronico per cercare di capirci qualcosa?
Lavoro comel farmacista, come vi accennavo (e smettevela di farvi sempre la stessa domanda siete noiosi) e in particolare faccio il farmacista preparatore, cioè sono uno di quei farmacisti che prepara alcuni medicinali su ricetta del medico oppure su proprio consiglio. Li preparo utilizzando sostanze che compro normalemtne da grossisti di materie prime farmaceutiche (così si chiamano).
Un giorno mi sono chiesto: ma se di colpo non avessi più a disposizione le materie prime per fare i miei medicinali come farei? Poi mi sono chiesto: ma se non potessi più comprare il pane, la frutta, la verdura, non avessi più a disposizione il combustibile per l'auto, non potessi più pagare un fabbro, un elettricista, un muratore......come farei?!?!?!?!?!?!
Potrei leggere su un libro delle informazioni per poter fare da me queste cose. In particolare nella mia professione potrei leggere come ricavare le sostanze che mi occorrono da altre fonti. Potrei leggerlo si.......ma dove? nei libri di scuola elementare? media? superiore? universitaria? non credo........
Io personalmente leggo tutte queste cose nei libri antichi; fino agli anni trenta sui libri stavano scritte tutte queste cose.....poi magicamente sono scomparse. I libri di oggi sono pieni di formule, di leggi, ma mai di casi pratici; nei libri di scuola di oggi si parla di tutto ma mai di coem si fanno certe cose "elementari". Oggi crescono ragazzi che non sanno più fare il pane, e non hanno la più pallida idea di come si faccia.
Che cos'è questa se non una censura bella e buona? Hanno censurato il sapere che rende liberi, perchè ci permetterebbe di essere indipendenti.
Io personalmente nella mia professione se dovessi ricavare una sostanza che mi mancasse, non saprei proprio dove mettere le mani.
Se domani non potessi più comprare il pane o non volessi mangiare quello schifo che ogni giorno mi fanno mangiare, non saprei come fare....perchè qualcuno ha fatto in modo che queste conoscenze fossero dimenticate non scrivendole più sui libri. Che cosè questa se non censura? Lenta, subdola, cominciata 70 anni fa e sempre più attiva che riguarda il vivere quotidiano della nostra vita.
Vi esorto vivamente a riflettere su queste cose. Lo dico a voi perchè siete gli unici che possono capire il senso di queste parole.
Xxxxxxx



diverticolo

Note:
(1) Yale's Skull and Bones Society Members
Skull And Bones
Il segreto che unisce Bush e Kerry
(2) A History Of US Secret Human Experimentation
Years Ago, The Military Sprayed Germs on U.S. Cities
American testing of biological and chemical weapons
(3) From U.S., the ABC's of Jihad
(4) NO CHILD'S BEHIND LEFT: THE TEST
(5) The Educational System Was Designed to Keep Us Uneducated and Docile
(6) Silent Weapons for Quiet Wars: Operations Research Technical Manual TM-SW7905.1
(7) Public School Kids Deliberately Dumbed Down

(8) L'inizio delle "guerre silenziose" risalirebbe al 1954
(9) What Every College Kid Should Learn

vedi inoltre:
John Taylor Gatto - Video Collection
John Taylor Gatto - Audio Collection - Part 1
John Taylor Gatto - Audio Collection - Part 2
John Taylor Gatto - Documents Collection

05 marzo 2006

Le bugie della RAI sull'Influenza Aviare

In questi periodo, a causa della solita cattiva informazione data dai media, i consumi di carni avicole sono scesi drasticamente, si parla di meno 70%. A questo disastro si sono aggiunti, in questi ultimi giorni, i commenti della RAI che individuano gli allevamenti rurali come i più a rischio di Influenza Aviare. Si stanno umiliando migliaia di agricoltori che ancora credono nel lavoro della terra.In pratica i prodotti avicoli d'eccellenza allevati all'aperto con metodi antichi, sarebbero un pericolo per i consumatori. Produzioni tradizionali come il Brianzolo in Lombardia, il Perniciato in Emilia, la Valdarnese in Toscana, la Padovana e la Polverara in Veneto, la Bianca di Saluzzo in Piemonte, il Gigante nero in Liguria, la Siciliana in Sicilia e le altre decine di produzioni di elevata qualità sono di colpo denigrate. Ma queste affermazioni, drammatiche se vere o sciagurate se false, che fondamento di verità hanno? Ma è proprio vero che gli allevamenti rurali sono i più a rischio? Per valutare questo pericolo facciamo un po' di conti su quanto è successo dal dicembre 1999 all'aprile 2000 quando il virus dell'Influenza Aviare (H7N1) ha colpito le campagne venete e lombarde portando alla morte quasi 14 milioni di capi.Per brevità confrontiamo i focolai scoppiati negli allevamenti lombardi di galline ovaiole. Consideriamo come allevamenti rurali e/o biologici quelli con meno di 3.000 galline accasate mentre indichiamo come industriali quelli con più di 3.000 galline. I dati dell'epidemia parlano chiaro: 72 focolai di Influenza negli allevamenti industriali della Lombardia e solo 4 casi in tutti gli altri allevamenti lombardi rurali e/o biologici. Se rapportiamo i dati relativi ai focolai con il numero delle aziende (fonte ISTAT, Censimento Agricoltura 2000 ) risulta che sono stati colpiti il 43% degli allevamenti industriali di galline ovaiole contro un bassissimo numero di allevamenti rurali: 4 su 17.000. Con i dati messi a disposizione dagli Istituti Zooprofilattici e dall'ISTAT si possono riproporre moltissimi esempi di questo tipo e in qualsiasi modo le informazioni oggettive vengano elaborate, danno sempre lo stesso risultato: gli allevamenti a rischio sono quelli industriali mentre gli allevamenti rurali sono i più sani e salubri. Non è certo una novità: la debolezza genetica, degli animali allevati dall'industria, e un metodo d'allevamento innaturale (eccessiva concentrazione di animali) rendono gli allevamenti intensivi molto vulnerabili a qualsiasi virus.Come il buon senso poteva far intuire, le produzioni rurali, con razze a lento accrescimento e con libertà di pascolo, sono ancora le uniche a produrre qualità e le più sicure per i consumatori.

fonte:
Biozootec