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18 aprile 2006

Ciò che è meglio per Israele

Gli Stati Uniti sono tenuti per le palle da Israele, reti di spionaggio collegate al MOSSAD li imprigionano: Richard Perle noto falco neoconservatore è collegato al governo Bush ma anche al governo Israeliano così come alla rete di spionaggio che passava informazioni segrete americane ad Israele (1). Lo stesso Perle è firmatario di documenti come "A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm" (2) o il "Rebuilding America's Defenses: Strategy, Forces and Resources For a New Century" (3). Nel primo si esortava Netanyahu ad operare un "taglio netto nel processo di pace" e lo invitava a rinforzare le difese di Israele per poter contrastare con più fermezza Siria e Iraq, e tenere sotto controllo l’Iran, paese sostenitore della Siria. Nel secondo si suggeriva all'America che i punto focale è il mediorente in particolar il pericolo proviene da paesi come appunto la Siria, l'Iraq e l'Iran. E' sufficiente sapere quanto petrolio c'è sotto quei paesi per capire quanto i loro governi debbano obbligatoriamente essere pericolosi... in particolar modo quanto siano pericolosi per le smanie espansionistiche Israeliane. E' necessario colpirli e come nel caso Iracheno smembrarlo. Un sistema efficace per dividere un paese è la guerra civile su cui concaparbietà americani ed inglesi stanno soffiando. Moschee che esplodono (4), squadroni della morte (5), attentati a civili nei mercati... ma ognitanto qualcuno vien beccato (6).
John Mearsheimer, docente di Scienze Politiche a Chicago, e Stephen Walt, docente di Affari Esteri ad Harvard riguardo alle lobby Israeliane che pilotano la politica estera statunitense scrivono:
«Il granitico sostegno [degli USA] per Israele e il conseguente sforzo di 'spargere la democrazia' in Medio Oriente non solo ha acceso il mondo islamico, ma messo a rischio la sicurezza degli Stati Uniti. Questa situazione non ha eguali nella storia politica americana. Come mai gli USA hanno subordinato la propria sicurezza e quella dei loro alleati per favorire l'interesse di un altro Stato?».
«La politica USA nella regione proviene esclusivamente dalla sua politica interna, e specialmente dall'attivismo della lobby ebraica. Altri gruppi di pressione sono riusciti a volte a sviare la politica estera USA; ma nessuna lobby è riuscita a divaricarla così profondamente dall'interesse nazionale, convincendo nello stesso tempo gli americani che il proprio interesse e quello dell'altro Stato - Israele - sono identici».
« […] Washington fornisce ad Israele aiuti finanziari di tale misura, da far scomparire ogni aiuto dato a qualunque altro Paese. Israele riceve ogni anno 3 miliardi di dollari in assistenza diretta. Un quinto dell'aiuto destinato dagli USA all'estero, che equivale a 500 dollari l'anno per ogni israeliano: generosità incredibile, perché Israele è oggi un ricco Stato industriale avanzato.Si aggiungano i 3 miliardi di dollari dati in armamenti [...] e infine, gli USA danno ad Israele informazioni d'intelligence che negano alla NATO».
«Altri Paesi ricevono gli aiuti USA in rate trimestrali; Israele riceve l'intero ammontare all'inizio di ogni anno fiscale, e così ci guadagna anche gli interessi: E' il solo Stato recettore che non è tenuto a rendere conto di come spende il denaro degli aiuti - che spende per un quarto per sussidiare la sua industria militare…ciò fra l'altro rende impossibile prevenire che quel denaro sia usato per scopi opposti alla volontà americana, come la costruzione degli insediamenti nei territori occupati».
E ciò nonostante «già la prima guerra del Golfo abbia mostrato fino a che punto Israele sia diventata, strategicamente, non un attivo ma un fardello pesante. Gli USA non hanno potuto usare le basi israeliane, perché ciò avrebbe spaccato l'alleanza anti-Saddam; ed ha dovuto sviare risorse, come i missili Patriot, per difendere Israele. [anche dopo l'11 settembre] Israele è un passivo nella guerra al terrorismo e nello sforzo di trattare gli Stati pericolosi».
« […] Il terrorismo non è un singolo avversario, ma una tattica impiegata da un vasto ventaglio di gruppi. Le organizzazioni terroristiche che minacciano Israele non minacciano gli USA. Inoltre, il terrorismo palestinese non è una violenza irrazionale diretta contro 'l'Occidente', ma è la reazione alla volontà israeliana di colonizzare i territori occupati…Se ora gli USA hanno un problema di terrorismo, è perché sono così strettamente alleati ad Israele, non il contrario».
Per contro, «Israele non si comporta da alleato leale. I governanti israeliani per lo più ignorano le richieste americane e rinnegano le promesse fatte agli USA, sia di arrestare gli insediamenti nei territori, sia di smettere gli assassinii mirati. Israele ha fornito tecnologie militari segrete a potenziali rivali come la Cina…Secondo il General Accounting Office, Israele conduce 'le più aggressive operazioni di spionaggio contro gli USA' di qualunque altro alleato».
Inoltre «certi aspetti della democrazia israeliana sono in contrasto con i più sacri valori americani, al contrario degli USA, dove i cittadini hanno diritti eguali indipendentementedalla loro razza o religione, Israele è esplicitamente fondata come Stato 'ebraico' e la cittadinanza è basata sul principio della discendenza di sangue…1,3 milioni di arabi sono trattati come cittadini di seconda classe».
«Se dunque nessun argomento morale o strategico basta a spiegare il sostegno dell'America ad Israele, che cosa lo spiega? La spiegazione è il potere incomparabile della lobby israelita» (7).
Purtroppo non è mai sufficiente per le verità esser lapalissiane.


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Note
(1) La tirannia di Israele sugli Stati Uniti
(2) A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm 1996
(3) Rebuilding America's Defenses: Strategy, Forces and Resources For a New Century 2000
(4) Bagdad: c’è del metodo in quel caos
Ex agente CIA: l’attentato alla moschea forse è cosa nostra
Burattini, burattinai e bari al tavolo verde dell'Iraq
(5) Gli squadroni della morte Iracheni: sull'orlo della guerra civile
(6) American arrested with arms in Iraq, official says
British soldiers disguised as Iraqis try to plant bomb

More agents-provocateurs in Iraq
I terroristi erano soldati britannici Fake Terrorism Is a Coalition's Best Friend
Irak: terrorismo falso e scopi veri
Were British Special Forces Soldiers Planting Bombs in Basra?
Soldati britannici delle forze speciali posizionavano bombe a Bassora?
Due americani in Irak con un'auto-bomba
(7) The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy , By John J. Mearsheimer and Stephen Walt, Working Paper Number:RWP06-011
Il Quarto Reich per conto terzi

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