diverticolo

01 aprile 2006

La colonizzazione della Palestina preclude la pace

Jimmy Carter

L'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ha guidato l'osservazione da parte del Carter Center/National Democratic Institute delle elezioni Palestinesi di gennaio.

Per più di un quarto di secolo, la politica di Israele è stata in conflitto con quella degli stati uniti e della comunità internazionale. L'occupazione di Israele della Palestina ha ostruito un esauriente accordo di pace nella Terrasanta nonostante se i palestinesi non bbiano un governo formale, uno guidato da Yasir Arafat or Mahmoud Abbas, o con Abbas come presidente e Hamas controllano il parlamento e il gabinetto.

La posizione salda degli stati uniti sin dall'amministrazione di Dwight Eisenhower è stata che i confini di Israele coincidono con quelli stabiliti nel 1949 e dal 1967 la universalmente e adottata risoluzione 242 delle nazioni unite ha fatto affidamento sulla ritirata di Israele dai territori occupati. Questa politica è stata riconfermata persino da Israele del 1978 e del 1993, e messe in risalto da tutti i presidenti americani, incluso George W. Bush. Come parte di un quartetto, inclusi Russia, le nazioni unite e l'unione europea, affermato ora "Road Map" per la pace. Ma e sorelle ha ufficialmente rifiutato le sue premesse principali con un'opposizione palesemente inaccettabile.

Con l'approvazione di Israele, The Carter Center ha monitorato tutte e tre le elezioni palestinesi. Supervisionato da una commissione di presidenti e eminenti giuristi, sono stati tutti onesti, giusti e pacifici, con risultati accettati dai vincitori e dai perdenti.

Hamas controllerà il gabinetto e e l'ufficio del primo ministro ma Mahmoud Abbas mantiene tutta l'autorità e il potere esercitati da Yasir Arafat. Egli è ancora a capo del, l'unica entità palestinese riconosciuta da Israele e può trattare con il leader israeliani sotto questo ombrello, indipendentemente dal controllo di Hamas. Egli a inequivocabilmente firmato la Road Map del quartetto. I sondaggi post elezione mostrano che l'80% dei palestinesi vuole ancora un accordo di pace con Israele e circa il 70% sopporta Abbas come presidente.

Israele ha annunciato una politica di isolamento e destabilizzazione del nuovo governo (forse insieme agli stati uniti). Agli ufficiali eletti saranno negati i permessi di viaggio, ai lavoratori dalle zone isolate di Gaza proibito entrare in Israele e ogni sforzo è stato fatto per bloccare fondi per i palestinesi. Inviato speciale quartetto, James Wolfensohn, ha proposto che i donatori che assistono i palestinesi senza violare le leggi anti terrorismo che proibiscono di inviare direttamente i fondi ad Hamas.

A breve distanza, il miglior approccio è seguire il consiglio di Wolfensohn, dare una possibilità alla polvere di posarsi in Palestina e attendere i risultati delle elezioni di Israele alla fine di questo mese. hamas desidera adesso consolidare i suoi vantaggi politici, mantenere e ordine interno e stabilità e astenersi da ogni contatto con Israele. Sarebbe una tragedia, specialmente per i palestinesi, se loro promuovessero o condannassero il terrorismo.

Il principale ostacolo alla pace è la colonizzazione israeliana della Palestina. C'erano appena poche centinaia di insediamenti nel West Bank e Gaza quando divenni presidente, ma il governo Likud espanse l'attività degli insediamenti dopo che lasciai la carica. Il presidente Ronald Reagan condannò questa politica, e riaffermò che la risoluzione 242 rimaneva "la pietra fondante dello sforzo per la pace dell'America nel medio oriente". Il presidente George H. W. Bush minacciò persino di ridurre gli aiuti americani a Israele.

Sebbene il presidente Bill Clinton fece grandi sforzi per promuovere la pace, un massiccio aumento di insediamenti vennero costruiti durante la sua amministrazione, fino a 225 mila, la maggior parte mentre Ehud Barak era primo ministro. La loro miglior proposta ufficiale ai palestinesi fu di ritirare il 20% di loro, lasciandone 180 mila in 209 insediamenti, coprendo circa il 5% tre terre occupate.

La figura del 5% è grossolanamente ingannevole, con le aree circostanti in prese o segnate per l'espansione, strade che uniscono gli insediamenti gli uni agli altri e a Gerusalemme e falciate da larghe arterie per fornire acqua, fognature, elettricità e comunicazioni. Questo intricato alveare divide l'intera West Bank in frammenti multipli, spesso in abitabili o a persino e raggiungibili.

Recentemente, i leader israeliani hanno deciso azioni unilaterali senza coinvolgere gli stati uniti o i palestinesi, con ritiri da Gaza come primo passo. Come attualmente circoscritta e isolata, senza accesso all'aria, al mare o il West Bank, Gaza è un'entità economica e politica non vitale.

Il futuro del West Bank è ugualmente triste. particolarmente importuno è la costruzione di enormi compatti muri di divisione in aree popolate e alte recinzioni nelle aree rurali - situate intermanente su territorio palestinese e spesso con profonde intrusioni per includere più terra e insediamenti. Il muro è progettato per circondare completamnte una Palestina mozza, e una rete di autostrde chiuse oltrepasserà ciò che è rimasto della Palestina per connettere Israele con la Valle del fiume Giordano.

Questo non sarà mai accettabile per i palestinesi o per la comunità internazionale, e precipiterà inevitabilmente tensioni aumentate e violenza nella Palestina e più forte risentimento e enimosità dagli Arabi contro l?america, che sarà responsabile della condizione dei Palestinesi.

In funzione di primo ministroe Ehud Olmert e altri indicarono anni fa che l'occupazione permanente di Israele sarebbe stata crescentemente più difficile con la diminuizione del numero relativo di cittadini ebrei demograficamente dentro a entrambe Israele e Palestina. Questo è ovvio per la maggior parte degli israeliani, che vedono anche questo ruolo dominante come una distorsione dei loro antichi valori morali e religiosi. Nel corso degli anni, i sondaggi d'opinione hanno coerentemente mostrato che circa il 60% degli israeliani è favorevole al ritiro dal West Bank in cambio di una pace permanente. Similmente, uno schiacciante numero di Israeliani e Palestinesi vogliono una duratura soluzione a due stati.

I morti sono aumentati durante gli ultimi pochi anni dal momento che le forze occupanti hanno imposto controlli più stretti. Dal settembre 2000 fino a marzo 2006, 3982 Palestinesi e 1084 Israeliani sono stati uccisi nel conflitto, e questo include molti bambini: 708 Palestinesi e 123 Israeliani.

C'è un piccolo dubbio che l'accordo con i Palestinesi possa portare pieno riconoscimente Arabo di Israele e il suo diritto di vivere in pace. Ogni politica di rifiuto di Hamas o qualunque gruppo terrorista sarà superato da un globale impegno Arabo a impedire ulteriori violenze e a promuovere lo stato di benessere della gente Palestinese.

Giù attraverso gli anni, ho visto disperzione e frustrazione evolvere in ottimismo e progresso e, persino adesso, abbiamo bisogno di non disperare per una pace permanente Israele e libertà e giustizia per i Palestinesi se le tre promesse principali saranno onorate:

1. Il diritto di Israele di Esistere - e di vivere in pace - deve essere riconosciuto e acccettato dai Palestinesi e tutti gli altri vicini;

2. L'uccisione di persno innocenti con bombe suicide o altri atti di violenza non sarà condonato; e

3. I Palestinesi devono vivere in pace e con dignità, e gli insediamenti permanenti di Israele nella loro terra sono un maggior ostacolo a questo scopo.


fonte: Colonization of Palestine Precludes Peace

traduzione: diverticolo

1 Comments:

  • "La Palestina appartiene agli arabi come l'Inghilterra appartiene agli inglesi e la Francia appartiene ai francesi. È ingiusto e disumano imporre agli arabi la presenza degli ebrei. Cio' che sta avvenendo oggi in Palestina non puo' esser giustificato da nessun principio morale. La cosa corretta e' di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei, dovunque siano nati o si trovino. Non intendo difendere gli eccessi commessi dagli arabi. Vorrei che essi avessero scelto il metodo della nonviolenza per resistere contro quella che giustamente considerano un'ingiustificabile aggressione del loro Paese. Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie."

    M. K. Gandhi

    By Anonymous Anonimo, at 03 aprile, 2006 01:18  

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