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14 ottobre 2006

Il WTO, tribunale segreto dei poteri forti

GINEVRA - Cari europei, o accettate di mangiare la soya transgenica e il mais geneticamente modificato, o pagherete multe da centinaia di milioni di euro l'anno. Questa è, nel succo, la sentenza emessa dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). La sentenza, beninteso, è segreta, come tutto al WTO. Ma un giornalista che conosco, William Engdal (è mezzo americano e mezzo tedesco) è venuto in possesso del testo: una bozza per il momento, che deve diventare definitiva a dicembre. Andiamo per ordine. La «causa» nasce tre anni fa, quando il governo USA «querela» davanti al WTO le direttive della Unione Europea che, a suo dire, bloccano la coltivazione e il commercio delle sementi geneticamente modificate. Di fatto, a premere sulla Commissione europea è l'opinione pubblica, che diffida degli OGM per buone ragioni: nel 1998 Arpad Pusztai, genetista di fama mondiale, scopre che i topi di laboratorio nutriti con patate OGM presentano atrofia degli organi interni e una caduta delle difese immunitarie. Minacciato di querele dai suoi superiori, oggetto di campagne diffamatoria guidate dalla Monsanto (la multinazionale maggiore produttrice di OGM), Pusztai viene infine licenziato dal Rowett Research Institute per cui lavorava. Ma le organizzazioni di consumatori ormai hanno raccolto numerose informazioni; riescono ad ottenere la sospensione del commercio di una trentina di sementi modificate, ed esigono che - se un alimento in commercio contiene OGM - la circostanza sia indicata sull'etichetta; almeno, che si sappia quel che si è costretti a mangiare. Ma nel «libero mercato globale», la libertà di scegliersi il proprio cibo deve cedere alla libertà di commercio. In USA, già nel '92, il presidente Bush padre aveva sancito per «presidential order» che le sementi OGM fossero da considerarsi «sostanzialmente equivalenti» a quelle naturali; ovviamente con l'assistenza di esperti della Monsanto, della Syngenta e della DuPont, le grandi fabbriche di OGM. In base a questo decreto gli USA accusano l'Europa di porre «barriere sleali al libero commercio» di tali sementi, che sono legalmente innocue per gli americani. Il WTO ha dato sostanzialmente ragione a Washington. Come? La sentenza è stata emessa da un tribunale ristretto di tre membri, presieduto da un tal Christian Habeli, che è un burocrate di medio livello dell'Ufficio dell'Agricoltura svizzero. Chi ha scelto questo signor Habeli come giudice? In base a quali criteri, a parte la comodità di spostamento, visto che il WTO ha sede a Ginevra? Boh. I criteri di selezione del personale del WTO sono anch'essi segreti. E anche il processo si tiene a porte chiuse. Il pubblico non vi è ammesso. I tre giudici possono ascoltare i «periti» e gli «esperti» che vogliono a loro insindacabile giudizio e regolarmente scelgono esperti della Monsanto, Syngenta, DuPont. Nella causa sugli OGM di cui parliamo, tre su quattro degli scienziati interpellati dal tribunale del WTO come periti vengono da istituti USA o britannici, i due Paesi che più premono per gli OGM. Anzi, gli stessi giudici sono spesso avvocati aziendali delle multinazionali: un avvocato della Monsanto può giudicare una causa d'interesse della Monsanto. Perché il WTO non ha regolamenti interni contro i conflitti d'interesse. I giudici del WTO decidono loro, come sembra a loro, quali prove e argomentazioni delle due parti prendere in considerazione e quali rifiutare. Tutti gli atti e i documenti del processo sono segreti, a meno che una delle parti non li renda pubblici. Si conosce, alla fine, solo il dispositivo della sentenza che condanna il Paese colpevole di «porre ostacoli al libero commercio» a pagare grosse multe. Quanto? Per fare un esempio, l'Unione Europea sta pagando ormai da anni ben 130 milioni di euro l'anno per mantenere il suo divieto sui vitelli americani, ingrassati in USA con l'ormone della crescita. Le autorità sanitarie europee ritengono che l'ormone nella carne, lecito in USA e vietato da noi, la renda potenzialmente cancerogena; ma questo non conta per il WTO: secondo questo organismo il pericolo per la salute «non è dimostrato», e dunque il commercio della carne gonfiata non deve essere bandito. E' una mostruosità giuridica. In tutte le legislazioni, perché un prodotto alimentare possa essere messo in vendita, si richiede che il produttore dimostri che sia innocuo e sano; il WTO rovescia l'onere della prova, accollandolo non al produttore di OGM o delle carni gonfiate, ma alle vittime potenziali di quegli alimenti. Il lettore può essere incredulo: com'è successo che ci siamo assoggettati ad un simile tribunale che rovescia i principii del diritto? Com'è possibile che questo tribunale mondiale possa agire in segreto, con giudici selezionati non si sa come, scegliendo arbitrariamente i suoi periti e le sue prove, scavalcando le leggi sanitarie nazionali, in dispregio della salute pubblica? Che non debba rispondere di conflitti d'interesse, e che i suoi giudizi siano senza appello? Invece il WTO può. Perché - e questo è il trucco supremo, la ciliegina su questa torta alquanto schifosa - il WTO è un ente «privato». Qualunque organizzazione privata, una società o un club, ha diritto a darsi le regole che vuole: i suoi atti non sono pubblici, i suoi regolamenti interni - anche se arbitrari e assurdi - sono insindacabili. Il WTO ha fatto esattamente questo: società privata, s'è data le sue regole. Poi ha detto: chi vuol entrare nella nostra organizzazione? Entrate pure liberamente; s'intende che, entrando, accettate il regolamento interno. Ben 134 Paesi ci sono entrati. Accettando tutto il regolamento, e con ciò, di essere giudicati da un tribunale segreto, da giudici che sono avvocati della parte avversa, secondo regole insindacabili, senza appello, con potere di sanzione sui propri membri. E' stata una «libera» adesione? Piccolo particolare: un Paese che resta fuori dal WTO ha difficoltà ad esportare in USA, Giappone ed Europa. Ecco perché tutti «aderiscono liberamente» al WTO, e persino la Cina e la Russia bussano per entrarci: altrimenti, sono tagliati fuori dai mercati ricchi. Quando è membro del WTO, invece, un Paese può sostenere che le leggi di un altro Paese restringono «ingiustamente» le sue esportazioni in quel Paese; e il WTO può imporre al Paese di abolire quelle fra le sue leggi che ostacolano il libero commercio. Una società di diritto privato può cancellare le leggi sovrane, emanate secondo il diritto pubblico dai rappresentanti legittimi di un popolo. Il WTO non è il solo organismo privato che esercita un potere sul diritto pubblico delle nazioni. Il Fondo Monetario e la Banca Mondiale sono anch'essi privati. Nel Fondo Monetario, il peso di ogni Paese è misurato in base alle «quote» di possesso del Fondo, come le quote condominiali; e USA e Gran Bretagna hanno il 60% delle quote, perciò comandano. Nel WTO, fra i 134 Paesi, comandano di fatto i cosiddetti «Paesi QUAD», che sono quattro: USA e Canada, più Giappone e UE. E poiché i primi due sono i massimi produttori mondiali di granaglie e massimi produttori di sementi OGM, sono loro a dettare le politiche agricolo-alimentari del WTO. In USA, Canada o Inghilterra hanno sede aziende ignote al pubblico, ma colossali, che si chiamano Cargill, Bunge, Archer Daniel Midland (ADM), Andre Dreyfus: società private, possedute da poche famiglie (non sono quotate in borsa), che non pubblicano bilanci. Esse costituiscono il cosiddetto «Cartello del Grano», perché hanno in mano il commercio mondiale delle granaglie. Sono loro che comprano frumento, soya e mais ai coltivatori argentini o canadesi e lo distribuiscono nel mondo: ovviamente, sono loro a «fare i prezzi» sia ai contadini, sia agli acquirenti. E il «Cartello del Grano» è strettamente collegato in affari con le multinazionali degli OGM, le già citate Monsanto, Syngenta, DuPont: il «Cartello» impone ai contadini argentini di seminare sementi Monsanto, così il business prospera per entrambi i colossi. Insieme, dominano un mercato agricolo mondiale che vale mille miliardi di dollari annui. Quest'alleanza stramiliardaria ha ovviamente un'influenza dominante sugli Stati Uniti. E sullo stesso WTO. Di fatto, sono stati il «Cartello del Grano» e le multinazionali degli OGM a dettare le regole per l'agricoltura che il WTO impone ai suoi membri. Specie l'Accordo sull'Agricoltura, che considera il cibo una merce come i DVD o le auto, e vieta ai Paesi di opporre considerazioni di sanità alle importazioni di alimenti. Di fatto, l'autore dell'Accordo è stato Daniel Amstutz, già vicepresidente della Cargill, che a quel tempo rivestiva la carica di capo dell'US Trade Office, di fatto il ministero americano del Commercio Agricolo. Invece, le multinazionali degli OGM agiscono sotto mentite spoglie. Hanno creato delle «organizzazioni non governative» (ONG) che, fingendo di essere associazioni di base di consumatori e agricoltori, hanno fatto lobby presso il WTO, plasmando di fatto a legislazione che ora viene imposta all'Europa. La principale di queste ONG si chiama IPC, sigla che sta per «Consiglio per il commercio internazionale alimentare e agricolo». Fra i «semplici cittadini» che appaiono membri della IPC si trovano: Bernard Auxenfans, ex presidente della Monsanto Europe; Allen Andrea, della Archer Daniel Midland; Hein Imhof, presidente della Syngenta; Hans Joehr, capo del settore agricolo Nestlé; Donald Nelson, della Kraft; Rob Johnson, della Cargill… e la lista può continuare a lungo. Una ONG di presidenti, azionisti e manager di multinazionali. Ora, cosa accadrà? La sentenza segreta che impone all'Europa di mangiare OGM diverrà esecutiva a dicembre: allora il WTO intimerà alla UE di accettare di importare alimenti geneticamente modificati, o altrimenti imporrà multe da centinaia di milioni di euro. L'Europa cederà. Anche perché la potente lobby delle granaglie ha i suoi alleati a Bruxelles. L'eurocrazia ha infatti creato alla chetichella un organismo, denominato Entransfood, il cui scopo dichiarato è di «facilitare l'introduzione degli OGM sul mercato europeo per rendere competitiva l'indutsria europea» (sic). Subissato dalle proteste dei consumatori, Entransfood ha fatto finta di sparire. In realtà ha solo cambiato nome, assumendo quello più tranquillizzante di Safefood («cibo sicuro» in inglese). Uno dei suoi dirigenti è Harry Kuiper, uno scienziato olandese che presiede anche la «Autorità per la sicurezza alimentare» della UE. Questo dottor Kuiper è l'autore della campagna contro Arpad Pusztai, il genetista che scoprì la tossicità delle patate OGM sui topi; tale campagna, ispirata dalla Monsanto, portò, come ripetiamo, al licenziamento di Pusztai nel 1999.

Maurizio Blondet

fonte:
EFFEDIEFFE.com

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